La cripto valuta divora energia, il digitale consuma ambiente reale. Una risposta è possibile e urgente.

Pietro Jarre
eMemory
Published in
3 min readDec 1, 2017

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I media di oggi, scatenati, riportano allarmismi sul consumo energetico dovuto alla produzione dei BITCOIN. Alcuni studi seri riferiscono che il consumo annuale per creare e mantenere la criptovaluta è maggiore di quello dell’intera Irlanda. Alla radice del problema, mi dicono esperti informatici, ci sta un particolare meccanismo di verifica che accresce esponenzialmente il consumo energetico man mano che la criptovaluta si diffonde.

Questa nuova tecnologia, come molte altre tecnologie digitali, consuma l’ambiente reale, in cui respiriamo sempre più a fatica. Non lo sapevate?
E’ tempo di informarsi!

Perché i programmatori non si siano curati del consumo energetico è materia di importanti e future discussioni; forse non è diverso da quando in fabbrica si progettavano i motori senza badare al consumo: l’importante era che i bolidi sfrecciassero all’impazzata. Nel digitale oggi l’importante è che giochi più o meno seri siano fatti e rifatti, che Mark sappia tutto di noi. Chi se ne frega di quanta energia, spazio, ambiente (e intelligenza) succhino e consumino, per sempre.

Non è forse tempo che tutto questo cambi?

Non è forse ora di alzare la mano e dire basta? Di incominciare a farsi domande, e darsi delle prime risposte? Si, non è troppo presto, ma nemmeno tardi. Mercoledì scorso all’evento Sloweb abbiamo presentato la nostra risposta: l’uso ecologico dei dati digitali, contro l’uso consumistico dei dati digitali.

L’uso irresponsabile della tecnologia digitale ci porta inevitabilmente verso l’uso consumistico dei dati digitali, incanalandoci in un vortice isterico di azioni che si ripetono. Pubblica, ordina, compra, assaggia, sfiora, getta, butta, guarda, scrolla visualizza, compra.

Questo uso consumistico è sostenuto e accompagnato da almeno tre importanti fenomeni:

- la coercizione sociale all’uso di strumenti digitali, cui deleghiamo memoria e pensiero;

- la condivisione obbligatoria e compulsiva, con totale perdita di intimità e privacy;

- il reciproco furto del tempo nostro e di quello degli altri, con la scomparsa del “tempo del racconto”, da sempre essenziale per la sopravvivenza stessa dell’uomo.

Con Sloweb proponiamo di contrastare questo uso improprio delle tecnologie (leggi il Manifesto) e operare per ridurre invece l’impatto energetico, ecologico e sociale di un cattivo uso dei dati e delle tecnologie digitali. Abbiamo imparato a consumare meno materiali, a differenziare e riciclare i nostri rifiuti, perché non fare lo stesso in questo campo?

L’uso ecologico dei dati digitali è strettamente connesso al modo con cui si produce o distrugge conoscenza, al come si percorre la piramide della conoscenza: con un uso consumistico si va verso l’ignoranza, si moltiplicano i dati grassi e sterili.

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Con un uso ecologico invece si potrebbero selezionare i dati. Separando i dati inutili da quelli fertili, procedendo così verso la saggezza, e aderendo a un miglior uso del nostro tempo e dello spazio digitale.
Parliamone, unisciti a Sloweb! Valorizza i tuoi ricordi con eMemory.

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